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09.11.2008

IL GIORNO PIU LUNGO


il_giorno_iu_lungo


















(Jack)

Potremmo girare l'omonimo storico film e ambientarlo in questo 747, siamo a 5:27 ore di volo, ne mancano altrettante, siamo sfiniti. Partiamo da stamattina, io sono sveglio dalle 4, sono stato un pò male stanotte, la sveglia comunque è alle 07:30, le valigie sono già pronte da ieri sera, abbiamo lasciato fuori solo lo spazzolino e lo stretto necessario per oggi. Partiamo e in 10 minuti siamo al Returns Cars Center, l'onore di guidare il Jimmy per l'ultima volta spetta Stefano, d'altra parte avevo iniziato io alla guida...

In 3 minuti riconsegamo l'auto e prendiamo la navetta per l'aeroporto, arriviamo in 5 minuti e alle 08:45 abbiamo già fatto il check in, l'imbarco è alle 13:00 ! Per fortuna un simpatico americano-chinese ci fa perdere un bel pò di tempo, blaterando qualcosa riguardo alle corde della chitarra di Stefano, subito pensiamo che, essendo bagaglio a mano, per motivi di sicurezza dobbiamo togliere le corde che potrebbero essere usate come garrotta. Dopo 10 minuti di sudore di Stefano, che le ha slacciate dalla pala, ma senza cacciavite non può rimuoverle dal ponte, il chino-americano ci dice che bastava solo allentarle, perchè con la pressione si poteva rovinare il manico. Ma vara ti!! Ci rimangono comunque 4 ore di tempo per cazzeggiare al gate 96, dove ovviamente abbiamo programmato gli ultimi acquisti da negozi che in aeroporto non mancano mai...tranne al SFO International Airport! Uffa, niente tazza di Starbucks! Finalmente arriva l'ora dell'imbarco e ovviamente chi arriva a rompere i maroni? Una americana-chinese che comincia ad assillare Stefano perchè per la chitarra dovrebbe o imbarcarla come valigia o pagare un seggiolino aggiuntivo. Dieci a uno che era la moglie dell'americano-chinese di prima! Risolto l'equivoco, Stefano affida la sua Stra alla gentilissima hostess che ci aveva accompagnato anche all'andata posizionandola sulla cappelliera 20( lo scrivo cosė poi ci ricordiamo). Arriviamo al nostro posto, siamo vicini al finestrino, i passeggeri sono quasi tutti saliti e nel nostro terzo posto non c'è ancora nessuno, sarebbe un sogno potersi spartire 3 posti in due, e soprattutto non dover disturbare nessuno per andare a fare pipė. Il sogno è quasi realizzato quand' ecco che sale l'ultimo, dico l'-u-l-t-i-m-o passeggero, ha l'aria un pò dolce, sui 35...badabum! Ti pareva che su una decina di posti liberi si siede da noi! Dopo un pò facciamo anche due chiacchere  con il tipo, è un americano (scuretto), ma nato in Texas, che ha la moglie in Germania, ha un tatuaggio de New Orleans 2000-2003 sul braccio, ha addosso una felpa del Milan ma non segue neppure il calcio, la negazione di se stesso insomma; discutiamo su temi tipo la delinquenza, la diffusione delle pistole in america, l'economia del consumo a credito etc etc.. io sinceramente capisco poco delle sue risposte, o è troppo profondo o le un fià semo. Comunque sia, il nostro viaggio è ormai volto al termine ( a meno he a Francoforte non incontriamo qualche altra celebrità motoristica). Sembra ieri che scrivevamo la prima pagina di questo quaderno (frase fatta, ma sentita), eravamo partiti con mille interrogativi (da: dove dormiremo?, a : come sarà il deserto?), mille dubbi, speranza e anche paure, beh, credo di poter dire che abbiamo trovato le risposte che cercavamo.

è un viaggio che va fatto una volte nella vita, bisogna lasciarsi trasportare dall'avventura e dal gusto della scoperta, l'entusiasmo di partire al mattino con 0∞C, a mezzogiorno essere sul deserto con 30-35°C, e alla sera ritrovarsi a Las Vegas, il tutto senza star li a cambiarsi i calzini o a pettinarsi, davvero è un mettersi alla prova, saper portare a termine un viaggio e prendere consapevolezza che tutto ciò che serve è dentro di noi, per il resto bastano i soldi per la frutta e per la benzina. Chissà tra qualche anno quando rispolvereremo questo quaderno, le foto, i dvd che abbiamo fatto, che effetto farà... chissà se riusciremo a fare altri viaggi del genere, sempre io e Stefano, o magari trovaren do straz de morose, magari le troveremo in California...seeee.... penso con il cuore, scrivo con la pancia, e sogno la California con i Mama's and Papa's...





09.11.2008
ARRIVEDERCI WEST, ARRIVEDERCI CALIFORNIA

(STefano)

E cosė eccomi alla fine di questo viaggio. Fine...parola triste, pesante, rigida, netta. Diciamo che sono passati sti 19 giorni di vacanza, e ora bisogna ritornare alla vita di tutti i giorni, il lavoro, gli amici, la casa, i doveri e i piaceri quotidiani. Bisogna... anche questa è pesantina come parola. "Bisogna solche morir" dise me nona, e le nonne la sanno lunga.

Sono contento, si, contento di tornare comunque a casa, rivedere i miei, i fratelli, le cognate, soprattutto Marco, il nipotino. Anche Pippen, Giulio, Vanni e tutti gli altri, Mini, Zea, Piovesan ecc. ecc. Non vedo l'ora di prendere la macchina e andare a fare la spesa, e prepararmi una sana "cena made in Italy", pasta, ragù, grana, crudo, bibanesi, bufala, radici!! Detto cosė sembra che sia stato nel peggior posto del mondo vero? Ovviamente non è cosė, intendiamoci. Si vede che piùù di altri soffro della voglia di tornare a cui ogni partire sembra portare. Sarà che sono cresciuto a Cimadolmo, che sono un campagnolo, che adoro il cibo italiano, la mia famiglia e gli amici, e sono spritz dipendente ma è cosė. Come è ugualmente probabile che dopo due pranzi e due cene, una piena da Nerio, un spritz al Bacaro, na corsa col Ducati e due giorni di lavoro, piombi nella solitudine e rimpiango questa avventura. Sicuro. Ma è questo il bello no? Voglio dire... ok, vai in vacanza, ti rilassi, vedi posti nuovi, mangi cose nuove ( o che di solito eviti), fai cose nuove, ti muovi, ti fermi, pensi e non pensi, ti fai delle paranoie o te ne sbatti, non hai orari o fai il programma del giorno dopo. In ogni caso vivi questa esperienza, cercando, ed è quello che ho fatto, di assaporare e respirare ogni attimo, quando guidi, quando ti fermi a far benzina e mangiare un hamburger in una stazione di servizio nel deserto, quando fai una passeggiata nella Death Valley, quando fai off-road nella Monument Valley, quando tieni il volante dritto per dieci minuti consecutivi su un rettilineo lungo come l'America, magari al tramonto, quando passeggi in città immense, sia all'alba che nell'ora di punta, quando fai jogging in riva all'oceano e il sole sembra affondarci  e spegnersi al crepuscolo, quando sei in mezzo a un casino di gente e di chiasso e quando ascolti in silenzio la musica dell'oceano o delle vaste distese aride del west.

Quando sei li, presente, in ognuna di queste situazioni e nelle moltissime altre, ti godi il momento e cerchi di caricarne il pù possibile dentro di te, nella mente e nello spirito, nei polmoni e nel cuore, senza forzare. Non è meccanica la cosa, vien da se, o almeno dovrebbe, ed è proprio per questa spontaneità che le cose ti rimangono a parer mio. O comunque ti rimangono solo le migliori, quelle per cui è valsa la pena fare il viaggio. Questo è il bello, quello che ti rimane dentro, che ti segna, che ti fa conoscere, crescere, maturare. e che ricorderai sempre, con gioia e nostalgia. Molte di queste cose sono contenute nelle pagine di questo diario, molte altre no, vuoi perchè la sera eravamo stanchi e la voglia di scrivere andava e veniva, vuoi perchè alcune sono meno rilevanti, vuoi perchè per altre non sono sufficienti le parole, a meno che chi scrive non sia uno scrittore professionista. Alcuni momenti in alcuni luoghi bisogna viverli essendo presenti fisicamente, c'è poco da fare, vedi Las Vegas e la Monument Valley, due opposti, ma finchè non li vedi on ci credi. Per intraprendere un viaggio cosė bisogna aver fame, in tutti i sensi, e noi ne avevamo tanta. Abbiamo mangiato il più possibile, senza strafare però, con spontaneità, a volte di fretta a volte con calma. Delizie per tutti i gusti, e tutti i sensi: panorami infiniti sulle valli desertiche, altrettanti scorci sui promontori in quota, tramonti, il fragore delle onde dell'oceano e il canto degli uccelli di mare, il vento del deserto del Nevada, il silenzio della Monument, il chiasso di L.A., le luci di Vegas, le cortecce morbide delle sequoie, il profumo di bosco dello Yosemite, quello di salsedine del Pacifico, quello dubbio delle città, quello di caffè allo Starbucks, quello di niente nelle vallate di Utah e Arizona. E tanto altro ancora, per occhi, naso, mani e bocca.

Cavolo ho già nostalgia, altro che Zimadolmo... bisogna tornar, poc da far, e far mejo ancora, sempre mejo no?! Consigliato a tutti, dude and betty che siate, cresciuti in campagna o in città, affamati di frenesia o tranquillità, caldo o freddo, luci o buio, acqua o terra... l'importanrte è che abbiate fame.

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